La formazione nel mondo del vino sempre più strategica
Ian Harris, ceo di Wset, ha illustrato i cambiamenti che stanno avvenendo nella wine education a livello mondiale.

Molto interessante la sessione digitale di wine2wine, dal titolo “What’s next for wine education”, che ha visto come protagonista Ian Harris, ceo del Wine & spirits education trust (Wset), oggi probabilmente la più importante istituzione nell’ambito della cosiddetta wine education.
Il Wine&spirits education trust, fondato nel 1969, è diventato nel tempo un osservatorio molto importante anche per capire gli attuali fabbisogni formativi nel settore vino. Ian Harris, pertanto, ha spiegato quali sono le nuove tendenze ed i valori aggiunti che si ottengono grazie ad un percorso di studio.
Il Wset copre con i suoi corsi quasi tutti i Paesi del mondo ed ultimamente si è assistito ad un incremento di richieste specialmente di chi non opera nel settore vitivinicolo. “Tutto il mondo vuole conoscere di più sul vino, non solo i Paesi produttori”, ha sottolineato Ian Harris. Prima fra tutti, impegnata maggiormente nei percorsi di formazioni è la Cina, con una quota del 24%, seguita dagli Stati Uniti e dall’Australia.
Per far fronte alla situazione pandemica, inoltre, il Wset dopo un primo periodo di stallo, ha cercato di implementare un’offerta formativa online con relativo esame, sempre sostenuto in modalità a distanza.
Oltre al Wset, sono tantissimi gli altri siti ed organizzazioni che offrono corsi per approfondire questo settore, molti dei quali gratuiti, i quali però non offrono una qualifica. Quest’aspetto è però relativo, in quanto, l’istruzione apporta comunque maggior valore all’industria in generale.
Attualmente, infatti, si assiste ad una svalutazione del mercato produttivo vitivinicolo, in quanto l’offerta supera la domanda e tanti venditori sono costretti ad applicare sconti o vendite promozionali per coprire almeno i costi. Pertanto, seguire un percorso di training, risulta un investimento che apporterà dei benefici in materia di fidelizzazione del cliente, in quanto il consumatore odierno è sempre più attento e disposto a imparare.
La wine education, infatti, rappresenta per l’hospitality un ruolo chiave, in quanto si è riscontrato che un cliente è disposto a spendere circa il 25% in più se chi sta dietro al bancone ha la capacità consigliare, abbinare e trasmettere le proprie conoscenze.
Lo sanno bene i ristoratori, i camerieri o chiunque lavori in questo settore; avere una preparazione e saper comunicare la propria lista vini o cocktail, è fondamentale per creare un giusto rapporto di fiducia con il cliente.
Possiamo quindi affermare che, il settore della formazione inerente al vino, si è col tempo discostata dalla percezione “di nicchia” che poteva avere in passato; ora sempre più persone, a partire dagli stessi consumatori, sentono la necessità di ampliare le conoscenze in merito all’ampia offerta vinicola.