In lattina, in confezioni di plastica (pet), low o no alchol, comunicati con la realtà aumentata, il vino sembra ormai definitivamente uscito dai suoi confini più classici e tradizionali e questa appare una via di non ritorno.
In una fase ancora così complessa, che inevitabilmente coinvolge anche il nostro comparto del vino, appaiono preziose le parole di Papa Francesco che ci rimandano a concetti chiave a partire dalla condivisione.
Sono passati ormai 43 anni da quando alcuni ricercatori francesi evidenziarono una correlazione tra bassa mortalità per le malattie coronariche e consumo di vino, pubblicando una ricerca che divenne famosa con il termine "paradosso francese". A distanza di tanti anni, forse possiamo accettare di modificare il paradigma sul tema vino e salute.
Dal 2000 al 2020, molti Paesi hanno visto decrescere notevolmente il numero di bottiglie di vino consumate pro capite. L’Italia è scesa del 26,5%, ma Francia e Spagna hanno registrato perdite peggiori, rispettivamente del 36,2 e 40,8%. Contemporaneamente però ci sono Paesi come la Russia, la Svezia, il Giappone e gli Usa dove gli aumenti sono stati decisamente considerevoli.
Secondo il censimento decennale del Ministero dell’agricoltura francese, la Francia avrebbe perso ben 11.000 aziende vitivinicole rispetto al 2010. Il numero di vignaioli e viticoltori risulta diminuito del 16% in dieci anni. Sarebbe interessante conoscere a questo punto anche la situazione della nostra vitivinicoltura.
Arrivano rumors che il Prowein di Dusseldorf potrebbe essere posticipato a maggio. Non sono bastati però due anni di pandemia e di incertezze per comprendere che forse vanno "riconcepiti" i format fieristici.
Nonostante il nostro export sia in crescita, da anni rimane pressoché inalterato il nostro gap in particolare con i vini francesi, che registrano prezzi medi superiori del 75% rispetto ai nostri.
Un augurio natalizio all’insegna dei nostri limiti ma anche delle nostre opportunità.
La sostenibilità purtroppo per il nostro comparto vitivinicolo continua ad essere continuo oggetto di discussione sulle normative e nel frattempo si evolvono costantemente la sensibilità e le percezioni dei consumatori su questo tema.
Una nuova modalità per analizzare e definire le strategie di sviluppo del settore vitivinicolo partendo dal "basso", ovvero da coloro che quotidianamente sfidano i mercati.
Le Unità Geografiche Aggiuntive possono rappresentare concretamente uno strumento straordinario per comunicare meglio la grande eterogeneità del patrimonio vitivinicolo del nostro Paese.
Mai come oggi, le imprese del vino sono chiamate a combattere per essere riconoscibili in un mercato decisamente affollato dove la qualità del prodotto è un requisito fondamentale, ma quasi mai sufficiente.
L’indagine di Wine Intelligence sul vino più conosciuto dagli italiani ha fatto emergere alcuni nomi scontati, ma anche "assenze" che fanno riflettere.
La conferenza dell’ONU sul clima ha suscitato molti commenti discordanti, tra chi l’ha considerata un successo e chi invece l’ennesima occasione persa.
In pochi mesi, sembra che tutti abbiano dimenticato i vantaggi offerti dal digitale con una rincorsa ad eventi in presenza che rischia di far perdere l’esperienza finora accumulata.
La grande frammentazione del tessuto produttivo italiano fa da specchio ad una altrettanta polverizzazione delle realtà che si occupano di informazione e comunicazione del vino nel nostro Paese (con tutte le problematiche del caso).
Sono ancora troppe le aziende del vino che ritengono di poter essere competitive solo attraverso la qualità del prodotto, pensando di crescere solo attraverso i profitti, senza investimenti e senza comunicazione.
Per il terzo anno, Studio Impresa ha analizzato i bilanci depositati da 539 imprese del vino italiane (quelle con fatturato superiore a 3 milioni di euro) per comprendere qual è stato realmente l’impatto della pandemia sulle nostre realtà vitivinicole più importanti.
La maggioranza dei giovani (la cosiddetta Gen Z) è sempre più convinta che le loro scelte di consumo possano cambiare il mondo e cerca brand di cui fidarsi.
Dopo una fase difficile l’attuale evoluzione del noto vino veneto-lombardo testimonia l’importanza dei Consorzi di tutela che possono diventare strumenti indispensabili nella gestione di una denominazione.
Il nuovo presidente dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino ha lanciato l’allarme riguardo l’emergenza climatica che sta drammaticamente mettendo a rischio anche la grande biodiversità vitienologica mondiale, a partire da quella italiana.
Sono tante le analisi che coinvolgono il mercato del vino ma non sempre si dimostrano attendibili. Come regolarsi allora al fine di non credere a previsioni sbagliate?